mercoledì 22 luglio 2015

La piccola storia ignobile della ragazza della Fortezza




Provo a buttare giù due righe riguardo la sentenza di secondo grado riguardante lo “stupro della Fortezza”, avvenuto a Firenze nel 2008. Sto ascoltando Guccini, l’album Via Paolo Fabbri 43, che si apre con la canzone Piccola storia ignobile: argomento della canzone è l’aborto, la libertà sessuale ancora non totalmente conquistata per le donne, che ad inizio anni ’70 ricoprivano ancora il ruolo di mere riproduttrici o intrattenitrici del partner. E non importava che questo fosse il marito, il fidanzato, l’amante, il tizio di turno o il cliente. Tu, donna, non avevi diritto all’orgasmo. Tu, donna, non avevi diritto a provare piacere. Il piacere era appannaggio dell’uomo. E se qualcosa andava storto, se rimanevi incinta, beh, i problemi erano tutti tuoi.

E la sentenza emanata pochi giorni fa, dopo sette anni, ci riporta indietro, ci riporta a quell’epoca. Perché questa ragazza non solo non è stata ripagata dalla giustizia della violenza della quale è stata vittima, non solo i sette ragazzi sono stati assolti e non saranno più perseguiti, ma addirittura nella motivazione della sentenza a salire sul banco degli imputati, in sostanza, è lei. 

Tu, ragazza, hai subito violenza, il referto medico lo riporta, ma eri ubriaca, quindi te la sei cercata. 
Tu, ragazza, hai subito violenza, il referto medico lo riporta, ma hai in passato avuto facili costumi, e quindi, sostanzialmente, te la sei cercata, e magari ti è pure piaciuto. 
Tu, ragazza, hai subito violenza, il referto medico lo riporta, ma forse eri consenziente e giusto per nascondere un tuo attimo di debolezza, dato che eri fidanzata ai tempi, hai cercato di scaricare la tua colpa su qualcun altro. 
Tu, ragazza, hai subito violenza, il referto medico lo riporta, ma ti sei ripresa in fretta, già dopo tre anni su Facebook postavi foto in cui sorridevi, quindi tutto sommato questa cosa non ti ha segnato, e per cui ti sarà sicuramente piaciuto. 
Tu, ragazza, hai subito violenza, il referto medico lo riporta, ma vedi, dici di essere bisessuale, e quindi a voi che avete gusti “strani” vi va sicuramente bene tutto, e che ci sarà mai di male? Per l’appunto te la sei cercata.

Questa è la sentenza, e questo è ciò che pensa tanta gente di questa ragazza. Ma ecco, questa gente che pensa ciò della ragazza in questione è composta dalle seguenti categorie: uomini, bigotti e frustrate. Aveva bevuto, sì. Aveva avuto un passato fatto di relazioni occasionali ed incontri omosessuali, sì. E quindi? Di ragazze bisessuali o che sono o sono state libertine ne ho conosciute e ne conosco, di ragazze che bevendo un bicchiere di più sono meno inibite e più facili ne conosco, ma mai ho pensato da solo, men che meno con i miei amici, di prenderle, sbatterle in una macchina ed avere un rapporto con loro. E comunque non è questo il discorso: c’è un referto medico, c’è scritto che è stata violentata, e non ha importanza se la violenza è cominciata subito o nel mentre, quando magari si è resa conto, quando stava magari rinsavendo. Non ha un cazzo d’importanza! Se c’è stato un no, e se quindi da quel momento è cominciata la violenza, allora è stupro. Le attenuanti, le stronzate portate avanti prima dai difensori e poi accolte dal giudice non contano niente. Perché è stupro anche se è tua moglie o la tua ragazza una sera a dirti di no e tu pretendi un rapporto, è stupro anche se la donna in questione è una prostituta alla quale non vuoi pagare il conto. Stupro è stupro, punto e basta. 

Tra chi da addosso alla ragazza, come dicevo prima, vi sono uomini, frustrate e bigotti. Ecco, ora pensate se al posto di sei ragazzi facoltosi di Firenze più un brasiliano (già assolto in primo grado) ci fossero stati dei figli di operai o, ancor peggio, degli immigrati, magari extracomunitari, magari clandestini. Apriti cielo, sarebbe partita la nuova crociata di Lega e Fratelli d’Italia, si sarebbe fomentato odio verso i soliti, e questa ragazza sarebbe stata una martire.

Qui invece abbiamo dei giovani rampolli della Firenze da Bene, e quindi… quindi oh, se l’è cercata sta puttanella bisessuale, e ora son solo fatti suoi. Ha cercato di suicidarsi più volte, è stata in depressione per anni, ma oh, in quella foto su Facebook sorrideva, ciò fa di lei una troia. 

Va beh, è tardi, L’avvelenata sta in parte condizionando il mio modo di scrivere, ma ecco, queste cose sono veramente assurde. Un consiglio alle ragazze che in passato hanno sperimentato relazioni omosessuali o sono state di "facili costumi" (e magari ora sono felicemente e fedelmente legate ad un solo uomo): se venite stuprate, non cercate di ricostruirvi una vita, non cercate di andare oltre, e soprattutto non mostratevi nuovamente forti, perché non siete credibili già per il vostro passato, figuriamoci se trovate la forza di risorgere; e comunque non fatevi stuprare da gente con i soldi, scegliete i figli di disoccupati, o di operai, o ancor meglio di stranieri, a quel punto forse potete avere la giustizia che vi meritate. Per le ragazze “moralmente impeccabili”, invece, l’unico consiglio è avere dei testimoni, perché comunque non dimenticatevi che siete donne, e quindi, tutto sommato, non vi crede nessuno, la vostra parola è niente.



"Ma che piccola storia ignobile sei venuta a raccontarmi
non vedo proprio cosa posso fare
dirti qualche frase usata per provare a consolarti
o dirti: "è fatta ormai, non ci pensare"
è una cosa che non serve a una canzone di successo
non vale due colonne sul giornale
se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare"





Stefano Tortelli

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