martedì 19 maggio 2015

Scintille, fulmini, legami, attrazioni: l'elettricità, madre dell'universo





Grecia Antica, secoli VI e V Avanti Cristo. Nasceva la filosofia antica, la madre di tutte le scienze, la radice dalla quale si sono poi districate le strade della matematica, della medicina, della psicologia, della biologia. Al suo fianco vi era l'arte della dialettica, che della filosofia si serviva per rafforzare i propri contenuti ma che alla filosofia era necessaria per dar forma ai concetti. Del resto la filosofia si dice sia nata nel preciso istante in cui l'uomo si è trovato a poter dedicare un minimo di tempo libero al pensiero, quando ormai era stanziale ed il linguaggio era andato oltre la sua funzione primaria, ovvero quella della comunicazione basilare e fondamentale, dando vita ad un lessico atto a descrivere l'astratto per spiegare il concreto. Non per nulla certe religioni sono considerate filosofie, e basta pensare a quelle orientali per trovare subito un nesso tra il nostro concetto filosofico e la loro visione religioso-spirituale del mondo. 

Ma torniamo alla Grecia Antica, al 600 a.C, al periodo in cui i primi filosofi cercavano di trovare il seme dell'universo, la base dalla quale dipendono tutte le cose, il principio dell'universo... l'archè. Nel loro tentativo di trovare una spiegazione concreta all'esistenza di tutto ciò che ci circonda si differirono dai religiosi, da coloro che invece cercavano in un ambito trascendentale la risposta alle stesse domande. E così i filosofi cominciarono a guardarsi attorno, a riflettere, a cercare la componente fondamentale di tutto ciò che era per loro tangibile, osservabile, percepibile dai sensi. Si arrivò così a trovare negli elementi la radice tetraedrica del cosmo intero: il fuoco, l'acqua, l'aria, la terra. Fu Empedocle per primo a definirli tali tutti e quattro, dato che in precedenza ci fu chi considerò come archè l'acqua, chi l'aria, e chi tutti gli elementi che compongono il reale mischiati però in un brodo primordiale (l'àpeiron). Per Empedocle, dunque, la cooperazione dei quattro elementi portò alla creazione dell'universo, delle stelle, dei pianeti, della vita, e molta della susseguente filosofia ha ripreso le sue posizione per portare avanti discorsi ancora più ampi e più dettagliati. 

Non si erano sbagliati più di tanto: fuoco, acqua, terra ed aria interagiscono e modellano il pianeta, forniscono alla vita i mezzi necessari per proliferare, creano e distruggono mantenendo comunque intatta l'energia che li muove e che è soggetta alla loro forza. C'è però un qualcosa che secondo me viene prima, che è davvero alla base di tutto quanto, e che gli antichi Greci non potevano assolutamente constatare poiché non potevano immaginare che cosa realmente fosse. O meglio, potevano immaginarlo ma mai avevano avuto esperienza diretta con questo elemento. Dico che potevano immaginarlo perché comunque il più grande ed inspiegabile evento naturale che ai loro occhi si poneva nella quotidianità era il fulmine, non per nulla poi attribuito alla rabbia del padre degli dei, Zeus, e se alla loro più grande divinità davano la paternità della saetta, probabilmente un occhio di riguardo verso l'elettricità ce l'avevano già allora. E l'origine, l'archè vero e proprio, secondo me non può che essere l'elettricità e tutto ciò che da essa deriva. Pensiamo al magnetismo, alla consistenza delle cose, a come gli atomi si combinino tra di loro. Pensiamo al pensiero, al nostro sistema nervoso, al suolo ruolo fondamentale che ha nella chimica e nella biologia. Perché alla base di ogni cosa che esiste nell'universo c'è un legame, promosso dall'elettricità, che fa sì che due o più oggetti si attraggano, si combinino, si mescolino dando vita a qualcosa di nuovo. E sono questi legami a far sì che tutto ciò che ci circonda sia tangibile, che abbia una forma ed un volume, e che quindi non sia penetrabile, come penetrabili non lo siamo noi. Come sono questi legami, alla loro reazione allo sfregamento con altri oggetti, a dar vita all'attrito, la forza che ci permette di muoverci, di toccare, di sentire sulla pelle il resto del mondo. Tutto ciò che è legato quindi alle forze, dalla centrifuga a quella di gravità passando per quella d'attrazione e quella centripeta, è figlio dell'elettricità, dei legami, di questa estrema forza di energia che è madre unica dell'universo. L'elettricità è il principio, l'origine, l'archè. 

Ma forse, sebbene 2600 anni fa non fosse stata presa direttamente in considerazione, il fatto già solo che Empedocle considerasse inscindibile la tetralogia degli elementi si può interpretare come un segnale della presupposizione di un legame tra questi, che l'elettricità rappresenta. Del resto, poi, a termini legati all'elettricità si è ricorsi per definire quelli che sono i più classici degli incontri ricchi di intensità, e di ciò che da questi incontri si viene a stabilire: perché si parla di colpo di fulmine, si parla di scintilla che scocca, si parla di attrazione tra le persone, di affinità (che null'altro è che la compatibilità "biochimica"). E si parla di energia trasmessa, data, creata, a volte distrutta e tolta, ed è un'energia elettrica: perché è l'energia che attiva i neuroni, che a loro volta attivano le ghiandole, ma anche il cervello, il pensiero, come attivano gli arti, le labbra, il corpo tutto. L'elettricità è la forza dell'amore, è la forza della vita, è la forza dell'universo. L'elettricità è amore, è vita, è l'universo tutto. 

Tutto questo discorso riguardante l'elettricità è figlio di tanti documentari riguardanti la fisica, gli studi del liceo, ma anche l'analisi del linguaggio, di cosa possa nascondersi dietro l'accezione "colpo di fulmine"... è figlio anche della mia esperienza empirica riguardante tutto ciò che sopra è riportato, perché alla fine il segreto di tutto è dare un senso alle proprie esperienze, a ciò che si è visto, sentito, percepito, detto, fatto, vissuto. I primi filosofi sostanzialmente agivano così, per il puro piacere di scoprirsi, scoprire e far scoprire. 

Perché anche scoprire, spostando questo termine in un altro campo semantico e cambiandone così il significato, è un atto che avviene soltanto se c'è elettricità nell'aria...





Stefano Tortelli


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