giovedì 5 febbraio 2015

"La nostra coscienza è assolutamente tranquilla" - Tributo all'Occitania

La bandiera occitana




In prima media, durante lezioni di Educazione civica, per la prima volta mi sono imbattuto nella distinzione tra il concetto di Nazione ed il concetto di Stato, oltre che alla somma dei due concetti che viene esplicitata dal termine Stato-Nazione. La Nazione è un'identità culturale; lo Stato è un'entità istituzionale; lo Stato-Nazione è una Nazione che si rispecchia, per confini territoriali, linguistici e culturali con quelli in cui le istituzioni agiscono (ovvero i confini politici). Durante i successivi anni, complici i miei studi umanistici, più volte mi sono trovato a camminare sulla linea di confine che divide queste due realtà, ma sfortunatamente, come ormai sempre più succede in ambito accademico, questo mio mantenermi passeggiare è stato più teorico che pratico. Per quanto possa essere paradossale, l'empiricità di ciò che si apprende (benché io preferisca usare il termine "acquisizione") la bisogna cercare da soli, nel tempo libero. Il lato positivo è che se si ha una mente aperta ogni azione propria della vita permette il lavoro sul campo, e quindi anche l'ennesima notte tormentata da bruschi risvegli può dare la possibilità di fare ciò.

Colgo l'occasione per parlarvi di come io cerchi il sonno quando vuole giocare a nascondino con me: prendo il portatile, vado su Youtube, apro alcuni dei canali ai quali sono iscritto e cerco un documentario. Dev'essere un retaggio della mia infanzia, quando con i miei mi addormentavo nel lettone durante Super Quark o Il regno degli animali (adoravo Giorgio Celli, grande uomo). Ora i documentari su Youtube sono il miglior GPS per trovare la strada che mi possa portare a scoprire il sonno perduto. Sono ormai tre anni che ho questa particolare dipendenza, e se agli inizi mi limitavo a farmi cullare dai documentari riguardanti gli alieni o antiche civiltà, ultimamente mi sto dedicando a quelli inerenti realtà a noi più vicine, come le guerre del XX secolo, le inchieste riguardanti le Torri Gemelle, le trattative Stato-Mafia e via dicendo. 

Stanotte, poco dopo le quattro, mi sono ritrovato a fissare lo schermo che recava il mosaico di fine video e, ormai rassegnatomi a doverne mettere un altro, ho messo sulle gambe il portatile ed ho cominciato la mia ricerca fra la miriade di titoli proposti. Mentre stavo cercando qualcosa che potesse sì interessarmi ma non distrarmi dal reale obbiettivo, mi è venuta in mente una declamazione di Giovanni Lindo Ferretti riguardante gli stermini perpetrati nei confronti degli Ebrei dell'Occitania. Ma ovviamente il sonno, benché perduto, ancora influenzava le sinapsi del mio cervello. Non erano gli Ebrei ad esser stati perseguitati in Occitania ma altri Cristiani...

E così, dopo aver ascoltato quelle intense parole del Ferretti, ho cercato dei documentari relativi a questa Crociata intraeuropea. Una crociata che raramente viene menzionata sui libri di scuola, come tante rivoluzioni e tante guerre civili: non fa comodo ad un'istituzione mostrare come, nel bene e nel male, il nemico può anche essere all'interno dei confini della propria realtà politica, è molto meglio insegnare che il nemico è la fuori, oltre le montagne, oltre il mare, ed è sempre di un altro colore! Mica per nulla le cartine politiche recano un colore diverso per ogni Stato; se si limitassero a farci vedere la cartina politica con solo i nomi degli Stati e dei confini tratteggiati sarebbe quasi impossibile per l'occhio notare che ci sono differenze: perché sull'atlante geografico c'è il blu del mare, il verde delle terre emerse, il bianco dei ghiacciai ed l'ocra dei deserti. Per il resto è quasi tutto indistinguibile, e quindi "inodiabile". L'assurdo è che se una persona volesse invece osservare i confini di una realtà nazionale avrebbe meno difficoltà a trovarli sulla cartina fisica che su quella politica. Perché i confini delle nazioni non sono decisi a tavolino (pensate all'Africa, continente nel quale i confini degli Stati sono stati tracciati con un righello... da chi non si sa, ma così è), ma sono naturali. Naturali come lo è la nostra condizione di essere viventi, in un mondo vivente, in cui spesso le linee di discontinuità tra le culture, le lingue, e quindi le Nazioni, sono prodotte da un qualcosa di non vivente, inorganico. Che poi l'uomo abbia creato altri oggetti non viventi (talvolta non perché inanimati dal principio ma perché ad essi è stata tolta l'anima) per dar vita a nuovi confini, modificando quelli precedenti, è un altro discorso.

E l'Occitania, benché non sia una Nazione riconosciuta, è facilmente riconoscibile su una cartina: ad ovest ci sono i Pirenei, ad Est le Alpi italiane, con alcune estensioni nelle vallate piemontesi, liguri e valdostane. Pazzesco no? E' più facile spiegare i confini di una Nazione che non esiste che quelli, ad esempio, dell'Egitto o quelli della Finlandia (che a sud-est, sul versante russo, vede finire i suoi "possedimenti" laddove è stata tracciata una riga sbilenca). L'Occitania, nel tredicesimo secolo, è stata la terra in cui è stata messa a punto l'Inquisizione, è stata la terra che ha ospitato la prima crociata mossa nei confronti di un gruppo di Cristiani da parte di altri Cristiani: catari contro cattolici, una realtà religiosa che tale desiderava essere contro una realtà temporale mascherata da parvenze religiose. Fu un massacro. Dalle valli dell'Occitania italiana ai picchi dei Pirenei, migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini sono stati massacrati perché eretici, perché si discostavano dalle imposizioni di Roma, perché volevano esprimere il loro Credo in maniera più genuina, più pura. Qui in Italia c'è il mito di San Francesco, figura importantissima che ha certamente destabilizzato il potere temporale ma che ha avuto un riscontro limitato e troppo dilatato nel tempo per poter realmente scuotere le antiche basi del Potere religioso; i Catari invece erano una realtà già affermata, che si era prodigata non solo durante le Crociate in Terra Santa e nella Spagna dei Mori, ma che diede vita ad una vera e propria società di mutuo soccorso, la quale si impegnava nell'aiutare i bisognosi, che fossero i poveri o le famiglie che avevano visto partire verso Gerusalemme gli uomini fisicamente più adatti al lavoro (e di conseguenza alla guerra). 

Quello che non fecero le truppe del Conte Berengario (famoso anche per aver ostacolato con ogni mezzo, insieme alla Corona spagnola, l'influenza che El Cid Campeador aveva nei territori liberati dai Mori nella Penisola iberica), del Re di Francia e del Papa stesso lo ultimarono gli inquisitori: decine di migliaia di persone vennero passate per le armi, altrettante vennero arse vive sul rogo. "I forni crematori sono il progresso dei roghi", recita Ferretti nella sua "Occitania". Già, perché ad essere camuffati dalla questione religiosa, dalla scomunica, dalle accuse di eresie, erano motivi squisitamente politici, proprio come l'odio nazi-fascista nei confronti degli ebrei. I Catari si rifiutavano di riconoscersi appartenenti ad uno Stato poiché non potevano accettare che altro potere se non quello di Dio, tanto da attribuire a Satana la paternità del potere temporale, e quindi il diritto di alcuni uomini di esercitare coercizione nei confronti di altri uomini; i Catari negavano l'importanza di tutto ciò che è materiale, e quindi come puoi "comprare" una persona se non puoi offrirle nulla in cambio? I Catari riconoscevano la totale parità tra i sessi, tra gli individui, e basavano la loro economia sullo scambio di beni e servizi, sulla necessarietà di dare il massimo entro i propri limiti per la propria società, ricevendo in cambio tanto quanto riceveva chiunque altro. Si poteva accettare una forma di comunismo nel seno dell'Europa nel 1200? Beh, non si è potuto accettarla nel XX secolo, figuriamoci allora.

E così l'Occitania, che si riconosceva nella cultura catara, si è colorata del rosso sangue del suo popolo. Da Montségur a Tolosa, da Narbonne alle valli che posso scorgere nei giorni limpidi tra le colline e le Alpi, la realtà catara è andata a scomparire, un'intera cultura è stata cancellata dalla faccia della Terra, costringendo i pochi superstiti a rifugiarsi sulle montagne, a nascondersi, a vivere in clandestinità. 

Ma l'Occitania è una realtà che non porta rancore, l'Occitania è una Nazione forte, l'Occitania è un territorio ricco di sogni e speranze, di amore e di desideri. Tant'è che è una delle poche nazioni il cui Inno non inneggia alla guerra, non inneggia alla potenza, non inneggia alla sopraffazione. L'inno occitano parla d'amore, l'inno occitano parla della caduta delle barriere tra noi simili per poter vivere in armonia, in pace, in serenità.

L'inno occitano è l'inno più bello del mondo.

[ma intanto, ottocento anni fa come settant'anni fa come oggi, la coscienza dei potenti è assolutamente tranquilla].


Giovanni Lindo Ferretti - Occitania (da "Mattatoio di Dio")




Stefano Tortelli

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