sabato 14 febbraio 2015

This is the Anti's Society - Le (non) prese di posizione nella società odierna




Anti-fascismo, anti-capitalismo, anti-berlusconismo, anti-cattolicesimo. Razzismo, omofobia, islamofobia, xenofobia. Anti-politica, anti-calcio, haters di ogni tipo. Questa è la nostra società, questo è ciò che si evince dall'attuale situazione socio-politica e culturale, questa è il trend che porta a creare fazioni, correnti, mode, senso di appartenenza. 

Soltanto in un caso sopracitato un'anti-idea ha portato qualcosa di positivo alla società, benché coadiuvata da altre forze che erano scese in campo per raggiungere lo stesso fine ma con scopi diversi. L'anti-fascismo in Italia ha compiuto il suo percorso portandoci al 25 aprile, alla liberazione dal fascismo ed alla fine della guerra, gettando le basi per il referendum del 1946 e la Costituzione del 1948. Ma, a differenza di tutti gli altri non concetti espressi sopra, quelli che ora vengono definiti anti-fascisti ai tempi si autodefinivano in molti modi: erano partigiani, erano rivoluzionari, erano lealisti del re, erano liberisti, erano in quanto portatori di un'idea propria e non in quanto distruttori di idee altrui. In politica questa prassi, questa moda di puntare ad unirsi per disintegrare qualcos'altro anziché portare avanti una propria idea è ben visibile, ed è stato il leit motiv della democrazia italiana. Fino alla fine degli anni '80 il fine ultimo era distruggere il PCI: dall'esterno e dall'interno del partito, dall'esterno e dall'interno dei confini nazionali, di tutto si è provato per abbattere il Partito Comunista più grande del mondo occidentale, unico grande difensore dei diritti dei più deboli e che tanto ha fatto per il bene comune (la maggior parte dei diritti che ci sono rimasti sono figli delle lotte degli anni '70, è bene ricordarlo); dal '94 in poi, invece, tutto è girato attorno alla figura di Berlusconi: per 20 anni ha incarnato la politica italiana, che si divideva in pro-Berlusconi ed in anti-Berlusconi; l'unico risultato è stato rafforzare lo schieramento dell'uomo di Arcore, compatto e monolitico in difesa del suo messia, a scapito dell'indebolimento non tanto in termini numerici di quello anti-berlusconiano, ma in termini di idee, di proposte, di scopi. Tant'è che, una volta salita al potere la coalizione di centro-sinistra, si è sempre rivelata asettica, priva di velleità, priva di idee, di un programma. Del resto se si spende il 99% delle proprie energie e delle proprie risorse ad abbattere un'altrui idea resta difficile dar vita a qualcosa di costruttivo con le briciole, ma soprattutto è quasi impossibile costruire su delle macerie. 

Sarebbe però un grande limite, oltre che un abominevole errore, pensare che questo fenomeno sia soltanto visibile nel mondo politico (dove ora ci ritroviamo l'anti-Renzismo, l'anti-Berlusconismo, l'anti-M5S e chi più ne ha più ne metta), dato che la politica null'altro è che l'espressione di ciò che è la società intera. Sono ancora dell'idea che sia la società a fare i politici e non i politici a fare la società, anche perché se non ci fosse un parallelismo tra queste due realtà basterebbe poco a far crollare l'attuale sistema (non)politico vigente, e dato che ad ogni elezione abbiamo il potere di cambiare le cose ma puntualmente non lo facciamo, allora è chiaro come l'anti-politica sia un'espressione di una società che si muove sui binari dell'anti anziché su quelli del pro. 

Scrivo ora questo articolo perché oggi è San Valentino e perché oggi è l'ultima serata di Sanremo. Che c'entrerà, potrete pensare, con il discorso? Beh, a fronte di una quantità di x persone che stanno guardando Sanremo e/o stanno festeggiando San Valentino (o comunque gli danno peso), c'è un 2x persone che parlano di questi due eventi con disgusto, schifo, quasi odio, mossi dal desiderio di esprimersi, ma attraverso atteggiamenti decostruttivi, con l'unico risultato di dare ulteriore risalto a queste due realtà che tanto detestano. Mi piacerebbe sapere a cosa serva questa condotta, che soddisfazione possa dare, ma soprattutto cosa possa creare di tangibile. E la stessa cosa è legata all'odio razziale, all'essere contro l'omosessualità, contro le religioni, fino ad arrivare all'essere contro uno sport od ad una corrente musicale. 

Trovo tutto ciò molto triste, anche perché tutte queste categorie di persone votate all'anti vanno ad avvicinarsi ad una cultura, ad un'idea, ad uno sport, ad un modus vivendi non tanto perché desiderose di fare questa scelta, ma perché a forza di allontanarsi dall'oggetto del loro odio si allineano a ciò che più si discosta da esso. E così ci si trova ad avere dei pseudo-comunisti, dei pseudo-tifosi, dei pseudo-metallari, che nel loro essere "alternativi" vanno a conformarsi a qualcosa di preesistente non perché ad esso affini ma perché in esso non trovano ciò che odiano. Mi chiedo a cosa serva tutto ciò, che risultati possa dare, se non rendere non solo più forte l'oggetto del proprio odio (perché pubblicizzato, perché mostrato come continuamente soggetto ad attacchi e quindi un qualcosa da difendere) annacquando invece la cultura o l'idea che si va ad abbracciare. Ne è un esempio il mondo di molti centri sociali, dove ciò che unisce non è un'idea in sé ma la somma di tante non prese di posizione dettate dall'essere contro un'altra idea, un modo di vivere, un sistema vigente. Tant'è che nei centri sociali ci si trova di tutto, e sfortunatamente i centri sociali vengono presi come modello per mostrare al mondo la sinistra radicale facendola passare per un branco di nullafacenti, abusivi, tossici e senza uno scopo nella vita. Basterebbe guardare in faccia molta della gente che frequenta i centri sociali per capire che di sinistra ben poco ha quel mondo, ma ovviamente al potere fa comodo mostrare quest'immagine dei comunisti e degli anarchici... del resto non piacciono neppure a me (ho ricevuto più insulti da loro che da gente di destra, perché per il semplice fatto che sono uno studente universitario sono figlio di gente ricca... peccato che ai tempi in cui venni insultato in questi termini mia madre era impiegata, mio padre operaio ed io facevo servizio civile... ma tant'è, se il loro concetto di povertà è esclusivamente il non lavorare allora è tutto chiaro).

Se veramente si volesse cambiare rotta si dovrebbe cominciare ad adottare delle strategie costruttive, che puntano ad imporsi all'interno del quadro contemporaneo a prescindere dalla demolizione di un'altra idea, di un'altra fede, di un'altra concezione. Perché è questo l'unica strada possibile per svoltare, per coinvolgere, per mettere in luce un qualcos'altro che non sia ciò che si rigetta. Del resto l'odio, tanto quanto l'indifferenza, non hanno mai portato a nulla di positivo. L'amore e l'interesse, che siano per una persona, per un'idea, per una cultura, per uno sport ed una squadra, invece sì. 

Del resto siamo tutti figli dell'amore, nato da un'interesse, suscitato dalla condivisione di un'idea, dall'apprezzare una stessa cultura, dall'essere fan di una forma d'arte, tifosi o praticanti di uno sport. Dalla polvere di ciò che invece si è distrutto ben poco può nascere, se non, come un'araba fenice, la stessa cosa che è stata demolita.  

E visto che oggi è San Valentino voglio chiudere con una canzone che mostra quanto il più bel sentimento del mondo possa dar vita a tante cose, possa metterci nella condizione di adottare determinati comportamenti, possa farci fare di tutto... e questo tutto è creare, non distruggere. Questo tutto è positivo, non negativo. 



Stefano Tortelli

Nessun commento:

Posta un commento