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Mirat Urazayev - Yin Yang |
E' assodato come, proverbialmente, la matematica non sia un'opinione. La matematica è considerata scienza esatta, è considerata la nemesi del parere, della libertà di interpretazione, dell'arbitrarietà, dell'autodeterminazione. La matematica è fredda, imperativa e glaciale, ed il rapporto che si può avere con essa è dicotomico: o la ami o la odi, o la accetti o la rinneghi. Non c'è via di scampo, la sua autorità non si può mettere in discussione, la sua dittatura è inattaccabile.
E' assodato anche come l'amore sia in grado di sconvolgere ogni sistema preesistente e precostituito, soverchiandolo, ribaltandolo, creando un punto di discontinuità tra ciò che eravamo prima e dopo il suo nascere, il suo instillarsi dentro di noi fino a diventare un fiume in piena in grado di trasportarci in un attimo dalla sorgente alla valle, al mare, all'oceano, per poi evaporare e raggiungere il cielo e ricadere sulla terra, in un ciclo continuo di emozioni ed esperienze che ci coinvolge totalmente. Non si sceglie di amare, è l'amore che sceglie di albergare in noi e di portarci a provare sentimenti estremamente intensi, in grado di renderci vivi, in grado di risvegliarci, in grado di farci splendere di una luce nuova. E, come la matematica, l'amore se decide di imporsi su di te tu non puoi scappare (e solo un pazzo potrebbe scappare di fronte all'amore), non puoi resistere al suo volere, non puoi rifiutarti di obbedirgli.
Due forme di coercizione, la matematica e l'amore... una delle due però è più forte dell'altra. Una delle due deve cedere alla legge dell'altra, che disintegra quella perdente, che la rende falsa, che la rende un dato soggettivo e non più oggettivo.
Battiato sostiene che tutto l'universo obbedisce all'amore. Ecco, la matematica non fa eccezione, del resto anch'essa fa parte dell'universo. E' pura logica: se l'insieme A obbedisce al fattore X, il sottoinsieme A1 obbedisce al suddetto fattore. Già, perché in amore le leggi matematiche vanno tranquillamente a farsi benedire, vengono stravolte anch'esse, come le anime che l'amore decide di beatificare impossessandosene. 1 + 1 in amore non fa più 2. 1 + 1 in amore fa 1: l'incontrarsi di due individui nel nome dell'amore porta alla nascita di un qualcosa di nuovo, di un singolo nuovo elemento, porta alla nascita della coppia, un'entità composta da due parti che fanno all'amore, che lo costruiscono, che si uniscono, che anche fisicamente diventano un tutt'uno nella più bella espressione dell'amore. E nella moltiplicazione, l'1x1 può dare 0, può dare 1, può dare 3, può dare l'infinito. Perché il prodotto di una coppia, in senso biologico, può essere assente ma anche numeroso, ma in un senso più generico da l'infinito. Perché l'amore non solo è riproduzione tra i due fattori, ma è riproduzione dell'amore stesso, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Ed anche se è latente questo si riproduce, ritrovandolo ovunque. Perché l'amore è anche egocentrico, vuole mostrarsi continuamente a chi vuole o deve sfuggirgli, impossessandosi di immagini, odori, ricordi, suoni.
L'amore straccia ogni altra regola, ogni altra imposizione, ogni altra scelta istituzionale. Come quelle della matematica, anche quelle proprie della grammatica italiana. L'amore è l'unica realtà che fa sì che la sua espressione, data dalla somma di due parti, che nella sua realizzazione più comune sono un maschio ed una femmina, sia un'entità femminile. Un uomo ed una donna, sotto il segno dell'amore, diventano una coppia. L'amore è femmina, perché femmina è la natura di tutto ciò che di meraviglioso l'amore suscita (l'emozione, la sensazione, la passione, la gioia, la meraviglia), perché femmina è la sua dea, e perché é nella femmina che l'amore, nella sua massima espressione fisica, vede l'unione dei due corpi, la somma delle parti nel tutto femminile, e nel tutto femminile la moltiplicazione.
L'amore è femmina. E non poteva essere altrimenti.
Sebbene io abbia citato Battiato non vi è canzone che più possa rispecchiare la mia idea dell'amore del brano principale della colonna sonora di Hedwig and the angry inch, che attinge a piene mani dal mito sull'origine dell'amore di Platone contenuto nel Simposio. E, con un po' di anticipo, auguro buon S.Valentino a tutti coloro che sono capaci d'amare, a tutti quelli che l'amore lo accolgono, a tutti quelli che l'amore sanno donarlo. Che siate soli o meno non è importante, poiché è la festa dell'amore, di chi ama. Di chi quindi, attraverso l'amore, è.
Stefano Tortelli
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