Comincio subito con un racconto scritto oggi.
Piccola premessa: null'altro è che il racconto, a modo mio, di una delle esperienze più belle che io abbia vissuto con l'ultima ragazza con la quale ho percorso parte del mio cammino. Il tutto è ambientato nel punto vendita della Feltrinelli al Lingotto di Torino, circa otto mesi fa. Era il quattro aprile di quest'anno, e come dicevo nel post precedente non avrei assolutamente avuto Bisogno di scriverlo per ricordarmelo, ma ho Voluto farlo, con il sorriso sulle labbra e nel cuore.
Come api in primavera che danzano di fiore in fiore alla ricerca del nettare più dolce, correvano loro tra gli scaffali della libreria, steli robusti a sostegno di petali di mille colori.
Ogni petalo era un nuovo stimolo, ogni petalo aveva su di sé scritta una storia, ed ogni storia illuminava i loro occhi, stimolava il loro appetito.
Erano talvolta parole già lette, talvolta parole da consigliare, o ancora parole da scoprire, germogliate da semi a volte sconosciuti, o da altri ben noti per quella loro innata capacità di attrarre inesorabilmente le piccole api ai propri petali con il sapore della loro linfa, l'intensità del loro profumo, il suono del loro danzare nel leggero vento d'aprile.
E con le gambe come ali e le menti pronte ad accogliere il loro biblico cibo quotidiano, ronzavano i due per interminabili attimi raccontando, raccontandosi, consigliandosi, sognando dinanzi a quel lauto banchetto.
Amandosi, scoprendosi della stessa specie: piccole api operaie mai stanche, mai sazie di quel nettare sapor di conoscenza, sapor di amore, sapor di viaggi infiniti.
Non mangiarono quella sera: anche i loro stomaci erano appagati da quel prato ricco di fiori urlanti storie da ricordare, da ripercorrere, da assaporare e riassaporare; fonti inesauribili di energia vitale.
E negli scaffali del loro Io si materializzò un nuovo libro narrante questa storia, sempre consultabile e riproponibile... con un pizzico di fantasia.
Certe cose in nessun altro modo possono venire scritte se non in rosso.
Ps: mi piacerebbe che, se mai "verranno a chiederLe del nostro amore", possa anche lei ricordare con la stessa gioia ed intensità quest'ora passata tra quegli scaffali riboccanti sì di meraviglia ma probabilmente privi delle giuste parole per raccontare quegli attimi in cui nessun altro c'era in quella libreria tranne noi.
Credo però che, nonostante la citazione di Faberiana fattura, questa sia la canzone più adatta. Farewell, Giulia.
Stefano Tortelli (02-12-2014)
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