sabato 27 dicembre 2014

La notte porta grazia



E un'altra volta è notte, e scrivo...

Quest'influenza, che si era nascosta tra i regali di Natale sotto l'albero, sta sballando i ritmi che faticosamente ero riuscito a prendere negli ultimi due mesi. Il ciclo veglia/sonno di nuovo non procede di pari passo con quello giorno/notte, ma è la storia della mia vita: già da piccolo passavo le nottate a guardare Videomusic, poi All Music ed MTV (sì, quando ancora MTV faceva vedere videoclip... sono vecchio, lo so!), sfogliando alcuni libri o giocando con il "simil" Nintendo da 29.000 lire sul piccolo televisore di quella che era, allora, la mia cameretta. Non so perché ma ho sempre amato rimanere sveglio quando il resto del mondo dorme, e nel corso degli anni, crescendo, le attività sono cambiate. E capita che il mio vegliare il passaggio della Luna da est ad ovest non sia in solitudine, ma con amici anche loro desiderosi di scoprire dove va a nascondersi il nostro satellite una volta giunta l'alba, o con le ragazze con cui ho condiviso parte della mia vita, ed anche il desiderio di posticipare, di ora in ora, il momento di spartirci il cuscino e la porzione del letto adibita al dormire. Perché son troppo grandi i letti matrimoniali quando ci si ama: meno spazio c'è e meglio è, soprattutto se il clima contribuisce all'avvicinarsi, al donarsi calore sotto forma di carezze, di amore, di respiri ansimanti.
Ma ora, solo, con la chitarra che dopo un po' di tempo è tornata a prendere posto alla mia sinistra, sul materasso opposto al comodino ed all'abat jour, mi ritrovo a sfruttare questo tempo nei modi che più possono rendere onore a questi istanti, questi secondi, questi minuti che si susseguono ed, accumulandosi, vanno a formare il mio passato, i miei ieri.. le mie storie di ieri. Scrivo, e questo è palese, ascolto i Per Grazia Ricevuta, e, dopo aver visto i Blues Brothers con i miei genitori per l'ennesima volta, mi sto facendo solleticare dall'idea di vedere il film che porta il nome dello stesso gruppo che sto ascoltando. Gran film, Per grazia ricevuta, grandi artisti, i Per grazia ricevuta... se due indizi fanno una prova, questo è un nome di sicura qualità. 
E la cosa curiosa è che tutto sommato i protagonisti di questi due referenti, che rispondono allo stesso segno, hanno due storie diametralmente opposte, ma tutto sommato simili come meccaniche: Giovanni Lindo Ferretti, leader del gruppo, ed in passato guida dei CCCP Fedeli alla Linea e dei CSI, dopo una carriera musicale nella quale ha portato avanti i suoi ideali politici comunisti, si è ritrovato ad intraprenderne una nuova in cui è invece il Divino a farla da padrona, dopo la sua personale conversione sulla via di Damasco su un letto di ospedale durante la lotta contro una pericolosa malattia; e Benedetto, interpretato dal grande Nino Manfredi (anche regista del film), che, nato in un paesino del Sud fortemente condizionato dalla religiosità, nel quale addirittura viene, secondo la popolazione del paese, miracolato da Sant'Eusebio, e poi cresciuto in un convento di frati, una volta catapultatosi nella realtà degli anni '70 abbraccia gli ideali comunisti, insegnatigli dal padre della sua ragazza, un meraviglioso farmacista filosofo, amante della notte, orgoglioso di vivere quando gli altri dormono, interpretando i suoi gesti come una lotta ad un ritmo imposto dalla società, e quindi dalla religione, e non per forza proprio della natura umana. 
Vidi questo film tra la notte di Natale dell'anno scorso, scoprii questo gruppo nel 2009, dopo aver assaggiato i CCCP ed i CSI.. e probabilmente stanotte si incontreranno in quel mucchio di attimi passati che si susseguiranno di qui alle prossime ore. 
Del resto pensare che tutto sia statico, imposto ed incontrovertibile è la morte del pensiero, è la morte dell'agire, è la morte della speranza, delle pulsioni, delle passioni, delle emozioni.

Questa vita, e prima o poi tutti lo capiremo, è un continuo Divenire. E che qualcuno ci faccia la grazia, che qualcuno lo mostri al mondo che nulla è immutabile. E che lo dica soprattutto a chi si crede già grande, perché l'augurio migliore che si possa fare è non diventare grande mai, ma restare fanciulli sempre, solo più adulti, più esperti, più ricchi di esperienze, più consapevoli di ciò che ci circonda. Ma mai domi, mai stanchi di curiosare, di girovagare, di esplorare, di assaggiare, di assaporare, di toccare, di provare.


Stefano Tortelli



Nessun commento:

Posta un commento