martedì 16 dicembre 2014

Produci, consuma, crepa

Benché ormai, con la diffusione a livello globale di Internet, i contenitori atti ad ospitare le pubblicità siano in ogni angolo del nostro quotidiano, lo spot pubblicitario televisivo è ancora il leader incontrastato in questo mondo consumatore. Durante i Mondiali di calcio avevo letto alcuni articoli riguardanti il costo di uno spazio di quindici secondi durante la finale del torneo: cifre da capogiro, cifre che un consumatore medio può mettere insieme, se va bene, in due o tre anni di lavoro. E' un mercato da far spavento, quello delle pubblicità. Guardando Supersize me, poi, fa ribrezzo dover venire a conoscenza del fatto che le principali catene di fast food americane investono più del 50% del loro fatturato in.... PUBBLICITA'. Perché non ha importanza la qualità del prodotto, l'importante è che la pubblicità sia efficace, l'importante è dare un'immagine; che poi rispecchi la realtà dei fatti è insignificante, è un dettaglio, sono quisquilie. 
E del resto in un mondo in cui la femmina compra i push up ed il maschio "infarcisce" il pacco, beh, c'è poco da sorprendersi. L'apparenza regna sovrana, e lo fa soprattutto quando è necessario creare un'immagine estremamente indelebile dato che il prodotto che promuove non è percepibile: penso alle pubblicità riguardanti il cibo, dove "se mangi il prodotto X avrai una famiglia felice, sarai magro e tutte faranno a gara per uscire con te", dove il bimbo va ad espletare le sue funzioni vitali perché dal suo vicino di casa c'è il deodorante che rende il tutto più gradevole e goliardico... e poi ci sono le migliori, quelle che mi incuriosiscono di più, quelle che non riesco a capire, quelle che sono così assurde che spesso mi chiedo come diavolo sia venuto in mente al plurilaureato in comunicazione e marketing di mettere insieme immagini senza senso che nulla dicono del prodotto in questione: le pubblicità dei profumi. 
Costano l'ira di dio, al giorno d'oggi, i profumi. Costano ed è sempre complicato sceglierli, sia se si devono regalare sia se li si deve scegliere per sé. Richiede tempo, oltre tutto, la scelta di un profumo, richiede condizioni particolari (naso estremamente ricettivo, zero influenze da altri odori circostanti, ed in profumeria è praticamente impossibile che questa condizione si verifichi, la fortuna di essere catturati da una fragranza entro i primi 4-5 provati perché poi è provato che non si sente più la differenza, etc etc), e per cui quale mezzo migliore di una pubblicità ad effetto per rendere più semplice al consumatore la scelta?? Ah, santa pubblicità, che scendi in aiuto del povero cliente che ha bisogno di scegliere in fretta ed al meglio!!  E per cui ecco decine di modelle e modelli seminudi che si attraggono alla prima spruzzata, neanche la boccetta contenesse feromoni concentrati, ecco che il profumo, messo quando ancora il protagonista è semi-svestito, porta o all'essere completamente nudi, impegnati in un amplesso senza precedenti in grado di far risvegliare un intero palazzo, oppure al comparire di vestiti di classe, gioielli ed orologi sgargianti. Perché mica quel profumo ti renderà un barbone, un operaio, un impiegato, un commesso!? No, tu premi il tasto e per magia la fragranza miracolosa ti renderà un Dio sceso in terra, che ha donne o uomini, soldi e lusso a palate. 

La verità invece è che, nei limiti della decenza, nulla di ciò che ricopre il tuo corpo, dal profumo al vestito, passando per i gioielli e le scarpe (ma anche la macchina, ormai, è un accessorio paragonabile ad un capo d'abbigliamento), dovrebbe influire sul tuo essere o meno affascinante, sul tuo potere di attrarre a te ciò che desideri, sia una persona, sia la fama, sia la felicità. 
Ma in un mondo dove il dio denaro regna sovrano ovviamente tutto passa dall'omaggiare quest'idolo, ed omaggiarlo significa non solo possederlo, ma anche spenderlo, come preghiere da dire nel momento del bisogno, come sacrifici atti ad un bene superiore.
Ed è questo il fulcro del discorso: il DENARO in sé non è un ben superiore, il DENARO in sé non è un fine. Il denaro è un mezzo per i beni superiori, è equiparabile alla strada che divide due paesi. E tu sei abituato ad usare quella strada, prendere il tuo mezzo privato o pubblico e percorrerla, quasi senza farci caso, per giungere alla propria meta. Quando di vie alternative ce ne sono a bizzeffe, ma ormai nei tuoi schemi mentali Via Denaro è la più usata, la più ovvia, la più facile.... ma è anche quella che ti mette l'ansia continua, è quella che posticipa l'uscire di casa dei giovani, è quella che abbassa la natalità in termini di numero di nascituri annui ma aumenta l'età in cui si hanno figli, è quella che ci mette l'uno contro l'altro, è quella per la quale si sono "spese" milioni di vite lungo l'asse del tempo.
E questo perché ci siamo dimenticati che null'altro è che una strada, una delle tante percorribili tra l'altro, non un luogo da raggiungere, non lo scopo. Ma in questo mondo del "Produci, consuma, crepa", dove questi imperativi sono le uniche cose che per certo devi fare per essere un membro utile alla società, beh, le cose cambiano. Il denaro è il fine, e ciò che puoi comprare con esso è una questione secondaria (siamo pieni di cose inutili in casa, ma l'erezione che ci ha dato comprarle è stata impagabile.. anzi no, sono 49,99€, paga in contanti o bancomat??), è un adesivo da appiccicare sulla pagina bianca che rappresentiamo, ed è bianca perché, così tanto impegnati a cercare un modo che contemplasse l'uso del denaro per renderla più colorata, ma comunque bianca, non ci siamo mai preoccupati di scriverla, di disegnarla, di pentagrammarla.

Ed eccoci quindi al vuoto culturale di chi ci governa, di chi usa i soldi come fossero coriandoli, di chi è a capo delle imprese e delle industrie, di chi ha sposato la carriera anziché la propria moglie o il proprio marito, di chi vede come figli il macchinone in garage o la vacanza alle Maldive.. e del resto è più facile amare ciò che è inanimato, del resto quando poi lo abbandonerai, quando poi finirà, mica dovrai continuare a prendertene cura, mica dovrai dargli spiegazioni, mica verserai o farai versare lacrime. Che problema c'è!? Sono oggetti, sono servizi... ma sono oggetti e servizi che sono stati resi disponibili da chi invece piange perché non può arrivare a fine mese, da chi non sa come dare da mangiare ai propri figli o renderli felici in un mondo come questo, da chi si vede andar via il partner perché la felicità ormai passa dall'averli o non averli, questi dannatissimi soldi. 

Ma prima o poi, come profeticamente disse Nuvola Rossa, ce ne accorgeremo. Anzi, se ne accorgeranno.
"Nuvola Rossa, grande capo indiano, una volta disse ad un uomo bianco: quando avrete prosciugato l'ultimo dei fiumi e tagliato l'ultimo degli alberi, ucciso l'ultimo dei bisonti e magari pescato anche l'ultimo dei pesci, allora ma neppure un attimo prima, capirete che non potete mangiare i vostri inutilissimi soldi".

Nuvola Rossa l'aveva capito molto presto, e da osservatore esterno del capitalismo ne capì al volo l'assurdità. Cerchiamo tutti di essere come lui. Ed interrompiamo il mantra occidentale del "Produci, consuma, crepa"... del resto questa canzone non si intitola "Vivere", si intitola "Morire".


Stefano Tortelli

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